B. Traven La nave morta
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Durante una sosta nel porto di Anversa, il marinaio americano Gerard Gale perde la sua nave e rimane sprovvisto di tutto, compresi i documenti, ritrovandosi incastrato negli ingranaggi infernali della burocrazia. Da un giorno all’altro diviene un vagabondo, un clandestino metafisico espulso da una frontiera all’altra. Per sua grande sfortuna, riesce a salire a bordo di una nave da carico… che si rivelerà essere una NAVE FANTASMA…
ROMANZO CULT di B. Traven dal tono kafkiano da commedia dell’assurdo, La Nave Morta, pubblicato per la prima volta nel 1926, è una denuncia politica del Capitalismo nei suoi oppressivi dispositivi, che la NAVE FANTASMA, come una grande metafora, rappresenta.
In libreria dal 5 maggio 2023.
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- Pagine
- 330
- Formato
- 13 x 23
- Rilegatura
- Brossura in filo refe nero
- Lavorazioni speciali
- Fustella
- ISBN
- 978-88-945566-5-0
- Collana
- Neri
Pacchetto Extra | Istruzioni per maschera anti-gas per prevenire gli attacchi del capitale, Inserto "Contrasto" di Ret Marut (B. Traven) che ci esorta a pensare, Inserto "Bandiera nera" di Howard J. Ehrlich per capire perché il nero è il colore degli anarchici |
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L'autore
Così, nel 1926, in una lettera inviata al proprio editore americano, B. Traven avvertiva: «Quando si cerca un lavoro da guardiano notturno o da lampionaio, viene richiesto un curriculum vitae. Ma questo non è qualcosa da pretendere da un lavoratore che crea opere intellettuali. È poco educato ed è un invito alla menzogna…». Utilizzando tutte le tecniche di mimetizzazione per sovvertire le trappole dell’identità, quest’eterno clandestino, resterà fedele al suo adagio: «L’uomo creativo non deve avere altra biografia, al di fuori delle sue opere». Da qui l’assoluto mistero che lo circonda. Chi è B. Traven? Il fotografo ed esploratore Berick Traven Torsvan? Il contrabbandiere e agente cinematografico Hal Croves? L’attore e rivoluzionario in esilio Red Marut e contemporaneamente il rifugiato politico Otto Feige? Jack London sotto mentite spoglie? Tutte le ipotesi, comprese le più strambe, sono state tentate, per un totale di una trentina di pseudonimi, più o meno altrettanti luoghi e date di nascita e quattro o cinque nazionalità diverse.
«Faccia il favore, tolga di mezzo quel dannato “misterioso” se cita il mio nome o il mio lavoro. Non c’è nessun mistero in me, sul serio, non un briciolo di mistero. Tutto il mio mistero è che odio i columnist, gli scrittori a soggetto, i giornalisti strappalacrime e i recensori che non sanno nulla del libro di cui parlano.
Non c’è gioia e soddisfazione maggiore per me che essere sconosciuto come scrittore quando incontro una persona o vado in un posto. Soltanto in questo modo posso essere me stesso e non essere costretto a recitare».
RECENSIONI
Ha quasi cent’anni e pare scritto dopodomani.
Vanni Santoni, “Consigli di Natale” de L’Indiscreto, 23.12.2023
Il cinismo militante, con cui il personaggio di Traven ci descrive le assurdità che attraversa, ci fa sorridere a denti stretti, per la consapevolezza che i processi raccontati in questo romanzo hanno, oggi, compiuto un ulteriore giro di vite, fra vecchi e nuovi ordinamenti burocratici, fra sempre più efficienti strategie di sfruttamento delle vite umane e di estrazione di valore anche dagli aspetti più intimi e privati delle nostre esistenze. Tutto ciò, all’insegna di una libertà che sempre ci sfugge, sacrificata sull’altare della competizione spietata e di nuove forme di gerarchizzazione sociale.
Carlo Crosato, Il Manifesto, 23.12.2023
Che lo si prenda in chiave allegorica (la “Yorikke” è il Capitale?) o alla lettera (lato oscuro di ogni gaia avventura marinaresca), La Nave Morta torna ciclicamente a galla, e ogni volta si reimpone agli occhi dei lettori come un pezzo imprescindibile, ancorché irriducibile a ogni facile categorizzazione, del canone letterario mondiale.
Vanni Santoni, in La Lettura de Il corriere della sera, 23.06.2023
La nave morta conferma anzitutto i punti cardinali stabiliti nel risvolto di copertina: una “commedia infernale” (che però a Céline preferisce Rabelais), virata in chiave “burlesque” (canzoni, balletti, caricature, spogliarelli), intinta nell’animo disincantato di un “apolide metafisico” (definizione prestata da Emil Cioran).
Piero Melati su Robinson di repubblica del 13.05.2023