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Katsushika Hokusai Manuale del disegno abbreviato

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20,9026,00

Un’opera affascinante, la geometria mentale del mondo visivo del maestro giapponese.

Un MANUALE per gli amanti dell’arte e la cultura giapponese, per gli artisti, gli studenti di disegno e design e tutti gli amanti dei manga.

Un’edizione RESTAURATA, nel suo Bianco e Nero originale.

Un sorprendente manuale di disegno in cui Hokusai trasmette la sua tecnica e particolare visione della composizione sia agli artisti in formazione che ai dilettanti dell’arte del pennello. Il Manuale del disegno abbreviato (Ryakuga hayaoshie) del 1812 si distingue per il grande fascino visivo e l’originalità dell’approccio: partendo da semplici figure geometriche come cerchi, triangoli, quadrati e rombi, Hokusai riesce a ricreare ogni tipo di pianta, animale e personaggio, in un caleidoscopio completo di un mondo di visioni.

Con una Prefazione scritta e disegnata (a colori!) di Philip Giordano.

VERSIONE + : Manuale del Maestro Hokusai + un quadretto compreso di cornice con Kitsune/Aosagi/Omodaka/Kappa, disegnati da Philip Giordano.

Scopri anche l’illustrazione ORIGINALE del “Giardino Giapponese” di Philip Giordano!

Pagine
113
Formato
17 X 24
Rilegatura
Brossura filo refe rosso con sovraccoperta su carta lucida fedrigoni GSK Paus
Illustrazioni
Colore
Lavorazioni speciali
Fustella
ISBN
979-12-810161-0-1
Collana
Ivory
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L'AUTORE

Katsushika Hokusai, il «Michelangelo giapponese», nacque il 31 ottobre 1760, sotto il segno del Drago, simbolo della natura eccentrica, dominante e solitaria, di cui sembrò subirne gli influssi poiché ne manifestò tutti i sintomi: rigore e indipendenza estetica quanto caratteriale, ribellione, testardaggine, mista ad un’intransigenza ferrea e un’abbondante dose di stravaganza.
Immensa la sua produzione artistica, migliaia di opere tra dipinti, disegni, stampe, libri illustrati e manuali, spaziando tra i più svariati soggetti: dal paesaggio alla figura umana, dalle immagini mitologiche ai ritratti di bellezze femminili, ai cataloghi erotici alle immagini sacre. Errabondo, cambiò diverse scuole e stili di pittura, per più di trenta volte nome e per novanta residenza.
Insoddisfatto e in perenne ricerca della perfezione, in fin di vita, nel maggio 1849, disse: «se il cielo mi concedesse ancora cinque anni di vita, potrei diventare un grande pittore». Dopodiché, si congedò dalla vita, perché, spiegò in una lettera all’amico: «Ema [il dio dell’Inferno] si ritira dagli affari per sopraggiunti limiti di età e si è fatto costruire una bella casetta in campagna.
Mi chiede di andare a dipingergli un kakemono da appendere. Bisogna perciò che me ne vada, e quando me ne andrò, prenderò i miei disegni con me. Affitterò
un appartamento all’angolo della Via dell’Inferno», dove starà certamente continuando a perfezionarsi per l’eternità, conversando con i suoi numerosi ammiratori, tra i quali Van Gogh, Degas, Monet, Debussy, Rilke, Mallarmé e Frank Lloyd Wright.

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