Giuseppe Rensi Contro il lavoro (Nuova Edizione)
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NUOVA EDIZIONE CON DUE TESTI INEDITI SU ARTE E LAVORO.
La società capitalista considera il lavoro un’attività tanto etica quanto religiosa. Ma l’ingranaggio del lavoro, che dovrebbe favorire l’elevazione spirituale, in realtà, ne è il suo ostacolo e diventa la giustificazione all’asservimento. Rensi, scardinando il dogma dei dogmi, il lavoro nobilita l’uomo, da esemplare filosofo col martello dimostra qui come il vero destino dell’uomo sia l’ozio e il gioco, l’arte, la passione per le scienze, qualsiasi attività suscettibile di sfuggire all’obbligo e al diktat del denaro, e che dunque una società basata sul lavoro salariato è una società che legittima, perpetra e struttura il più spudorato schiavismo, perfettamente in linea con quanto ebbe già a dire Oscar Wilde: “Ho sempre considerato il lavoro semplicemente il rifugio delle persone che non hanno nulla da fare”.
Con una prefazione di Francesco D’Isa.
- Pagine
- 168
- Formato
- 11,5 x 20
- Rilegatura
- Filo refe nero
- Lavorazioni speciali
- Copertina laminata in bronzo su carta Fedrigoni Sirio Black da 290 gr
- ISBN
- 979-12-810163-0-9
- Collana
- Elementi
- Data di pubblicazione
- 09/05/2024
Gli autori
Prima di consacrarsi pienamente alla filosofia, Giuseppe Rensi (1871-1941) è stato un politico, un avvocato, un giornalista e un insegnante. Ha cominciato a scrivere prima della guerra. Ha pubblicato poi molte opere contro le sue originarie idee, opponendosi ad esse con profondo scetticismo. Il suo lavoro si inserisce nella tradizione leopardiana e schopenhaueriana.
Francesco D’Isa (Firenze, 1980), di formazione filosofo e artista visivo, dopo l’esordio con I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato numerosi saggi e romanzi per Hoepli, Effequ, Tunué e Newton Compton. Il suo ultimo saggio è L’Assurda evidenza (Tlon, 2022), mentre il suo ultimo romanzo è La Stanza di Therese (Tunué, 2017). Direttore editoriale de L’Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste.
RECENSIONI
Rensi, demolendo il postulato dei postulati, il lavoro nobilita l’uomo, da esemplare filosofo di taglio nietzschiano prova come l’effettiva ventura umana sia l’ozio e il gioco, l’arte, la passione per le scienze, qualsiasi laboriosità soggetta a sfuggire al dovere e all’intimazione del denaro, e che quindi un’organizzazione sociale basata sul «lavoro salariato» è un’istituzione che riconosce, esegue e costruisce il più sfrontato sistema oppressivo, esattamente in linea con quanto ebbe a dire – poco dopo Rensi – Andrè Breton in Nadja (1928), ma poco prima dei situazionisti: “Non serve a niente essere vivi, se bisogna lavorare”
Gabriele Perretta in segnonline.it
Se quindi solo nel fare quel che si ama fare l’uomo raggiunge il suo appagamento, la sua pienezza, ogni lavoro, ogni occupazione che non sia gioco, l’uomo deturpa, sfregia, sfigura.
Luca Tedesco in Il Pensiero Storico, 18.08.2022
Si fa un gran dibattere sulle condizioni e sulla natura stessa del lavoro, tra panegirici del suo valore, messa in discussione di forme secolari, ipotesi su redditi universali resi necessari dall’avvento delle nuove tecnologie. A inizio Novecento, Rensi già fissava il nodo gordiano della questione e individuava nel suo nucleo la sgradevole verità che lavorare fa schifo, costituisce un’esperienza alienante imposta dalla società e dalla sopravvivenza.
Edoardo Rialti ne Il Foglio, 27.07.2022
Collana: Elementi
La collana Elementi è la collana dedicata a saggi “elementari” WoM.
Per questa collana è stata scelta una lavorazione di copertina che richiamasse gli Elementi, appunto, ovvero una serigrafia a caldo con inchiostro metallizzato argento liquido. Tramite il calore, i cristalli argentei conten
uti nell’inchiostro vengono così riscaldati e impressi per sempre su una carta Fedrigoni Sirio Black da 290 gr.
Per questa ragione, ogni saggio WoM è simboleggiato da un elemento alchemico indicato nel dorso della copertina. Il saggio Contro il lavoro di Giuseppe Rensi ha come simbolo alchemico il Sole, l’Oro.
Il fatidico buco WoM è qui sostituito da un disegno di copertina volutamente psichedelico, che richiama quel gioco della visione a cui WoM si rifà fin dall’origine dei tempi.
anche Carmelo Bene è "CONTRO IL LAVORO"
Con la stessa estrema radicalità e lucidità di Giuseppe Rensi, una videocosa di C.B. “CONTRO IL LAVORO”